Engineering
Engine design
Motorismo
Cos'è un serraggio controllato? Come si mette in fase un motore 4 cilindri in linea? Come si regola il gioco tra valvole e punterie? Come si mette in fase un motore V8? Come si serra una testata su un monoblocco? Come si montano le fasce del pistone? Come si calcola un ciclo reale di un motore 4 tempi? Come si progetta una biella a presso-flessione? Come si progetta un albero a camme? Si possono effettuare decine, centinaia di domande per saggiare la preparazione di un "motorista". Domande simili a quelle appena citate stabiliscono il netto confine tra un tecnico generico ed un motorista. Sebbene sia un'osservazione severa, nelle corse è più che necessaria per poter affidare i dovuti compiti a personale realmente qualificato. Più si approfondisce e più si ha la possibilità di seguire un valido percorso per una affascinante carriera nel mondo dei motori. La laurea in Ingegneria Meccanica (quinquennale), così come un diploma di Perito Industriale Meccanico, possono essere necessari ma non sufficienti. Diventare motorista significa andare a conoscere il funzionamento, il progetto, la logica e i perchè di ogni componente di un motore prestante o meno che sia. Significa vedere un insieme di organi che interagiscono da un'ottica del tutto differente da quella della manutenzione. Decine di anni di esperienza e volumi passati sotto le mani sembreranno non bastare mai al motorista più "goloso". Diventare motorista significa ambire a conoscere realmente a fondo il mondo dei motori.
Un esempio di procedura di progettazione adottata in Ferrari
Di seguito si riporta, molto schematicamente, una procedura che mi è stata esposta dagli ingegneri motoristi dell'Industria Ferrari S.p.A.. Si tratta di un ciclo al quale è soggetta un'idea prima di diventare un nuovo motore; segue poi l'analisi classica per verificare che le caratteristiche del motore progettato rispondano ai prerequisiti necessari.
Idea.
Modellazione solida e layout.
Analisi FEM (loop con la fase precedente per il miglioramento dei risultati di calcolo).
Rapid prototyping.
Sperimentazione.
Produzione.
Ottimizzazione strutturale del motore e della trasmissione.
Analisi stress blocco: teste, basamento, sottobasamento.
Analisi delle sollecitazioni agenti sull'albero motore e determinazione dei coefficienti di sicurezza nei punti critici.
Analisi lubrificazione bronzine.
Analisi delle vibrazioni: torsionali, assiali, flessionali.
Rotazioni e deformanti dei punti caratteristici dei motori (damper, volano, ecc): linea elastica dell'albero che si flette.
Carichi sui perni di banco e di biella.
Il codice di calcolo EngDyn simula il manovellismo (flessibile tramite un meato d'olio) e le sue interazioni con il basamento, inoltre considera anche gli effetti giroscopici del volano ed il comportamento dinamico-vibrazionale.
Ulteriori settaggi di progettazione (regime di utilizzo).
Caratteristiche torsionali del banco.
Vengono forniti coefficienti di smorzamento pistone/canna.
Vengono forniti cicli pressione sui pistoni e le caratteristiche del lubrificante.
Definizione geometria albero, bielle, volano e smorzamento torsionale (rigidezza, masse, momenti d'inerzia, albero+volano+smorzatore torsione).
Modelli FEM albero motore e basamento.
Viene fornito l'ordine di accensione.
Vengono definiti gli ingombri del manovellismo.
Analisi classica
Analisi FEM (modello elementi finiti) calcola lo stress in ogni zona ed evidenzia dove si concentra maggiormente.
Ipotizzando il caso in cui si verifichi una condizione critica a 4500 giri/min, ad esempio una risonanza torsionale, questa verrà studiata in riferimento alla rotazione in gradi del naso dell'albero motore.
Taratura corretta dei coefficienti di smorzamento (MATLAB).
Analisi dei carichi sui cappelli di banco in base ai gradi.
Prove fino a 10.000 giri/min (forze 40.000 N).
Esempio di OUTPUT:
risonanza 4600 giri/min con ampiezza di 250 Micro-n di sfarfallamento volano.
Esempio di OUTPUT:
andamento tensioni in funzione del regime,
andamento coefficiente di sicurezza in funzione del regime limite di calcolo
(coefficiente di sicurezza almeno 1,5 nei confronti della fatica intorno ai 7500 giri/min).
Analisi nodo torsionale albero motore piazzato in corrispondenza del volano.
Strumento di simulazione vibrazioni (Sceker) + accelerometri per simulare la rotazione.
Varianti collegamento motore-cambio per rendere il congiungimento più o meno rigido. Se si ha una data frequenza di risonanza (170 circa) al minimo va bene perchè non crea problemi. Se irrigidisco la struttura potrei riavere quella frequenza ad un regime più alto (situazione ovviamente pericolosa).
Analisi dinamica degli accessori sui motopropulsori e delle relative vibrazioni.
Perdite di carico dalla scatola filtro alla camera di scoppio.
Controllo rendimento volumetrico con il codice wave.
Effetti contropressione di scarico.
Dimensionamento bocche di aspirazione (lunghezza variabile) collettore scarico, silenziatore, catalizzatore.
Regolazione
fasatura variabile.
I
dati appena citati devono essere calcolati quanto prima.
Calcoli di combustione: sono molto previdenziali e sperimentali (la coppia va in base all'anticipo).
La possibilità di simulare ha un'importanza fondamentale.
Analisi torsionale (computer aided) su un albero a gomiti di un propulsore V12 - 60°.
Disegno del motore e simulazione a cura dell'autore.
Un esempio di approccio all'incremento delle prestazioni operato in Lamborghini
In questa sezione, a differenza della precedente, non si riporta semplicemente uno schematismo bensì una descrizione della procedura (anche se, ovviamente ce ne sono diverse in base alle specifiche necessità) seguita in Lamborghini Automobili S.p.A. per incrementare le prestazioni di un motore 12 cilindri a V di 60°. A differenza del caso precedente, in questo, gli ingegneri motoristi della Lamborghini sono stati molto riservati e, sulla base dei pochi dati da loro forniti durante una piacevole conferenza, ho calcolato quanto leggerete di seguito.
Introduzione
Incrementare la coppia e la potenza di un motore ad elevate prestazioni, avendo importanti vincoli di cui tener conto, è senza dubbio un lavoro complicato (ma fattibile) specie se uno dei vincoli è rappresentato dall’impossibilità di variare la cilindrata. Questo significa che Automobili Lamborghini S.p.A., al fine di realizzare il nuovo motore L539 della Aventador, ha chiesto ai propri ingegneri di incrementare le prestazioni del motore L537 della Muercelago lasciando inalterata la cilindrata e lo schema V12 di 60°. Se il secondo vincolo non rappresenta affatto un problema, il primo comporta una gran mole di studi e prove. Il sistema più semplice per ottenere maggiore potenza e coppia da un motore a combustione interna, consiste senza dubbio nell’aumentare la cilindrata. Tale sistema però è ormai bandito dalle strategie di sviluppo perchè, neanche a dirlo, è anti-ecologico. Si punta quindi su altre direzioni di sviluppo. Direzioni che non rappresentano una concreta innovazione, perchè mature come la storia del motorismo, ma che rappresentano più un complesso lavoro di affinamento. Direzioni che stanno conoscendo un elevato grado di ricerca e perfezionamento di ogni minimo dettaglio, anche quello all’apparenza più insignificante, per spremere quanto di più possibile si possa avere da un 6,5 litri aspirato con schema 12 cilindri a V di 60° e regime di rotazione massimo attestato attorno agli 8000 giri al minuto. Analizziamo quindi, per passi semplificati, gli interventi che si sono operati in progettazione affinché il propulsore Lamborghini L537 6,5 litri V12-60° da 640 cavalli sbocciasse nel nuovo motore L539 6,5 litri V12-60° da 700 cavalli.
Variazione di Alesaggio e Corsa
Per mantenere la medesima cilindrata, nel passaggio dal motore L537 al motore L539, si è operato un incremento dell’alesaggio da Ø88 mm a Ø95 mm in concomitanza con una riduzione della corsa da 89 mm a 76,4 mm (il solo incremento dell’alesaggio avrebbe ovviamente comportato un aumento della cilindrata violando il primo vincolo imposto). Il motore da “quadro” è così diventato a “corsa corta” o “super quadro”. E’ chiaro che si tratta di una scelta ponderata di cui si sono oltremodo analizzati gli effetti globali e le conseguenze quali la riprogettazione degli organi che ne subiscono l’influenza. Le valvole ad esempio, trovando una superficie più ampia in camera di combustione, sono state riprogettate incrementando il diametro. Operazione che ha senso se anche i condotti di aspirazione/scarico vengono ridimensionati. Modificando però il dimensionamento di valvole e condotti si opera un cambiamento radicale nella “respirazione” del motore che richiede un nuovo profilo delle camme e quindi differenti leggi di apertura/chiusura delle valvole e differenti alzate. A sua volta tale operazione comporta un adeguamento della fasatura variabile e dell’elettronica in essa operante. Ma non solo. Aumentare l’alesaggio significa andare verso una riduzione del rapporto geometrico di compressione; il problema, per essere risolto, richiede l’adeguamento del disegno di camera di combustione e pistone. Un lavorone che è durato circa tre anni. E’ opportuno, inoltre, considerare tutta una serie di vantaggi che hanno reso più che corretto operare un aumento dell’alesaggio ed una riduzione della corsa, nel passaggio dal motore L537 al motore L539, piuttosto che il contrario. In primis la potenza del motore aumenta con il quadrato dell’alesaggio, viceversa, se si incrementa la corsa, la potenza cresce solo con un esponente di 0,5-0,6; grazie alla testa del cilindro più ampia, si ha la possibilità di incrementare il diametro delle valvole e posizionarle in modo migliore assieme alla candela; infine, nel complesso, il motore ha un peso minore (va sottolineato però che nel passaggio dal motore L537 al motore L539, la gran parte della riduzione del peso è dovuta ad una forte ottimizzazione degli accessori che, grazie ad un migliore e più ordinato posizionamento, ha permesso di risparmiare l’installazione di inutili staffe, piaste, viti, ecc.). D’altra parte però, nella scelta di un incremento di alesaggio, vi sono anche alcuni conseguenti svantaggi quali ad esempio una maggiore massa di valvole e pistoni.
Effetti della variazione di Alesaggio e Corsa sul manovellismo
Interasse canne. Con un incremento dell’alesaggio, risulta ovvio che l’interasse tra le canne dei cilindri del motore diventi maggiore. L’interasse è la quota che intercorre tra l’asse di due cilindri adiacenti. Passando da 93 mm a 103,5 mm si hanno oltre 10 mm di incremento. Questo comporta un motore più lungo di circa 50 mm, il che può diventare un rilevante problema in fase di progettazione.
Lunghezza motore. Per contenere il più possibile il maggiore ingombro longitudinale conseguente dall’aumento dell’alesaggio dei cilindri, si è operata una completa riprogettazione delle intercapedini entro le quali scorre il fluido refrigerante. Una difficoltà non da poco per gli ingegneri motoristi i quali sono chiamati a collaborare con gli ingegneri telaisti e con i carrozzieri che spesso impongono forti vincoli dimensionali per l’alloggiamento dei motopropulsori sia per evitare di intaccare la maneggevolezza del veicolo, sia per ragioni estetiche.
Velocità media del pistone. La velocità media del pistone è un parametro che riguarda il grado di sollecitazione degli organi del manovellismo, inoltre offre un’idea del rendimento meccanico del motore. La riduzione della corsa da 89 mm (motore L537) a 76,4 mm (motore L539) ha permesso di ridurre la velocità media del pistone da 23,7 m/s a 21 m/s nonostante il regime di rotazione massimo sia aumentato di 250 giri/min. Tale variazione ha inoltre permesso di ridurre il lavoro medio di attrito sviluppato ad ogni ciclo dall’unità di cilindrata.
Il raffreddamento. Premesso che in un motore a corsa corta si riduce la capacità di raffreddamento dello stantuffo, è opportuno notare che il rapporto tra la quantità di calore sottratta dal cilindro e quella sviluppata dalla combustione che in esso avviene, e quindi il grado di raffreddamento del motore, è inversamente proporzionale alla velocità media dello stantuffo.
Sollecitazioni meccaniche. La velocità media del pistone è scesa dal valore di 23,7 m/s (motore L537) al valore di 21 m/s (motore L539) riducendo così le forze d’inerzia, le forze centrifughe ed i conseguenti carichi agenti su pistoni, bielle, albero motore e bronzine. Ciò, abbinato ad un nuovo ordine di accensione (il motore L537 aveva il seguente ordine: 1-7-4-10-2-8-6-12-3-9-5-11; mentre per il motore L539 l’ordine è: 1-12-4-3-2-11-6-7-3-10-5-8), ha permesso di eliminare il volano e ridurre la massa dell’albero a gomiti (forgiato) il quale, tra l’altro, è più rigido avendo una forma più raccolta dovuta a bracci di manovella più corti.
Regime di rotazione. Se consideriamo due motori, a parità di cilindrata e di grado di riempimento dei cilindri, quello che gira più in alto erogherà una maggiore potenza. Il motivo risiede nel semplice fatto che la quantità di aria e combustibile introdotti è direttamente proporzionale al numero di giri raggiunti. Come indicato pochi paragrafi sopra, diminuendo la corsa si riduce la velocità media raggiunta dal pistone. Questo significa che si può incrementare il regime di rotazione fino a raggiungere le medesime sollecitazioni agenti sul precedente motore con corsa maggiore. In questo caso la riduzione della corsa, da 89 mm a 76,4 mm, ha permesso un incremento del regime di rotazione di circa 250 giri al minuto a beneficio dell’erogazione della potenza in alto. In realtà i tecnici potevano spingersi oltre ma, molto probabilmente, hanno conservato questa possibilità per il motore che equipaggerà la prossima novità Lamborghini attualmente in fase di studio.
I motori a corsa corta e la coppia. Tra il motore L537 ed il motore L539 vi è una differenza di coppia massima di soli 3 kgm anche se questa si presenta ora 500 giri/min prima, a tutto vantaggio delle prestazioni. In effetti non è facile ottenere importanti aumenti di coppia laddove vi è una riduzone della corsa (problema tipico dei motori di F1 che sono noti per la loro scarsa trattabilità ed elasticità fuori dai regimi di utilizzo); tuttavia la progettazione di condotti adeguati e di una distribuzione ottimale, giocano un ruolo fondamentale sulla modifica delle curve di coppia e potenza a beneficio del tipo di utilizzo che si intende fare del motore. Operazioni le quali, nonostante siano complesse, risultano più fattibili grazie alla presenza della fasatura variabile a controllo elettronico. La sensazione di una maggiore capacità di sviluppare coppia motrice, da parte della Aventador, deriva più che altro dall’adozione di un nuovo cambio a 7 rapporti ben spaziati (motore L539) al posto del precedente a 6 rapporti abbinato al motore L537.
Lo schema del motore. Inutile dire che lo schema 12 cilindri a V di 60° risulti essere uno dei migliori in assoluto per la semplice ragione che le forze ed i momenti del primo e secondo ordine sono perfettamente equilibrati. Inoltre l’adozione di un motore molto frazionato come il V12 permette di ottenere potenze specifiche superiori a mano a mano che si incrementa il regime di rotazione. Anche il rendimento termico del V12, rispetto ad esempio ad un V8 di pari cilindrata totale, risulta migliore in quanto il diametro dei singoli cilindri è minore e permette di raggiungere maggiori rapporti di compressione riducendo di conseguenza i consumi specifici. Cosa da non sottovalutare, in un motore destinato ad avere prestazioni elevate, è che un maggiore frazionamento implica la possibilità di un migliore raffreddamento. Nonostante ciò gli Ingegneri della Lamborghini stanno pensando di adottare sulle future vetture termostati pilotati elettronicamente al fine di ottenere un miglior controllo sulle temperature in gioco (con variabilità).
Effetti della variazione di Alesaggio e Corsa sulla camera di combustione
Premesso che la cilindrata del motore L539 è rimasta praticamente invariata rispetto al motore L537 (una variazione di due centimetri cubici è assolutamente trascurabile), è opportuno precisare che in fase di progettazione si può intervenire sulla testata (ovviamente una per ogni bancata) in due differenti direzioni. Nella prima direzione, considerando che il rapporto geometrico di compressione è teoricamente il medesimo per entrambi i motori, si sceglie di montare le testate (riadattate) del motore L537 della Murcielago LP640 sul motore L539 della Aventador LP700-4. Gli effetti di una simile scelta hanno ovvi risvolti positivi principalmente in termini di costi e di ore di progettazione, ma non sulla ricerca della massima prestazione stradale possibile. Il disegno di ogni testata rimane il medesimo e si possono operare modifiche sui runners e sugli alberi a camme. Modifiche che in sostanza non sono strutturali per le testate. L’adozione di camere di combustione Pent roof (a tetto) offre il vantaggio di concentrare la combustione (solo negli istanti in cui il pistone si trova al punto morto superiore e nel suo intorno) in una zona ristretta influenzando positivamente il rendimento della combustione con conseguente riduzione delle emissioni di NOx; tuttavia le zone di squish aumentano in maniera ingiustificata. Il motore va in moto, va forte, ma non è al top.
Nella seconda direzione, tenendo conto di un maggiore alesaggio, si opera una ridefinizione del diametro delle valvole, della sezione terminale dei condotti primari di aspirazione (ovvero in prossimità delle valvole), della geometria delle camere di combustione, delle zone di squish, del disegno dei pistoni e della lunghezza dei runners, nonché un adeguamento dei sistemi VIS e VVT (rispettivamente di aspirazione a geometria variabile e fasatura variabile). La seconda direzione risulta ovviamente più laboriosa ed implica un massiccio lavoro di riprogettazione dell’intera distribuzione (leggi di apertura, chiusura e alzata delle valvole, fasatura variabile, geometria variabile dell’aspirazione) ma offre prestazioni ottimizzate e “numeri” leggermente migliori. Intraprendere questa direzione trova una giustificazione economica soprattutto in previsione dell’utilizzo del motore L539 come base per una versione ulteriormente evoluta da montare sulla erede (o sorella maggiore) della Aventador. Erede di cui al momento si tiene gelosamente custodito ogni segreto. Si sa solo che il nuovo modello Lamborghini è attualmente in fase di studio ed il nome non è stato ancora deciso, gli Ingegneri Lamborghini comunque ne confermano l’esistenza. Questo esempio non viene portato all’attenzione per parlare di nuovi modelli di automobili (tematica assolutamente non affrontata da questo blog), bensì per motivare un investimento, una scelta. Comunque, tecnicamente, posso ipotizzare che la nuova vettura monterà il motore L539 evoluto in grado di raggiungere un regime di rotazione prossimo ai 9000 giri al minuto (con velocità media del pistone vicina a quella del motore L537) e potrebbe erogare circa 30 cavalli in più intorno agli 8500 giri al minuto.
Nell’immagine all'inizio del paragrafo è visibile uno schema semplificato della camera di combustione a tetto. Aumentare l’alesaggio “D”, lasciando inalterato il tetto, significa aumentare la base “b” della zona di squish. Gli effetti dell’incremento di tale quota vanno studiati tramite percorsi sperimentali. In realtà l’incremento dell’alesaggio, da 88 mm del motore L537 a 95 mm del motore L539, favorisce la possibilità di progettare valvole più ampie (soluzione preferita dai progettisti al fine di ottenere un maggior riempimento agli alti regimi in vista di un incremento di potenza massima). L’incremento stimato, sul diametro, è di 2,4 mm per le valvole di aspirazione e di 2,05 mm per quelle di scarico. Simili valori però sono stati ricavati mediante opportune formule che non tengono conto della reale geometria della camera di combustione e della possibilità che le valvole interferiscano entrando in contatto tra loro o con il pistone. Ampliare il tetto, aumentando l’angolo “α” di pochi gradi, permette di aumentare la quota “d” (rendendo possibile l’adozione di valvole più ampie) fino a riportare la base “b”, della zona di squish, al medesimo valore del motore L537. Allo stesso tempo però si ottiene un incremento del volume disponibile ed una riduzione del rapporto geometrico di compressione. L’incremento di volume può essere azzerato riducendo la quota h’ e modificando opportunamente il disegno del cielo del pistone. Il fatto che il rapporto di compressione sia passato dal valore di 11,1:1 del motore L537 al valore 11,8: del motore L539, lascia presagire che si sia largamente agito su tali quote. Come vedremo nel seguito, l’aumento dei diametri delle valvole costituisce solo una frazione degli interventi necessari per ottimizzare il riempimento dei cilindri del motore L539.
Effetti della variazione di Alesaggio e Corsa sulla distribuzione (e dintorni…)
Camera di combustione. L’aumento dell’alesaggio, come già accennato, implica un incremento di pochi millimetri (circa 3,5mm sul raggio) delle zone di squish a parità di dimensioni del tetto della camera. Se invece si mantengono inalterate le zone di squish è possibile ampliare di pochi gradi (valori compresi tra i 3° ed i 6° non sono poi così distanti dalla realtà) l’angolo al vertice del tetto. Questa operazione consente di adottare valvole di diametro leggermente maggiore.
Rapporto geometrico di compressione. Essendo la cilindrata invariata (l’aumento dell’alesaggio è compensato da una riduzione della corsa) il rapporto geometrico di compressione rimane il medesimo. In realtà dai dati resi disponibili (tutti gli altri sono stati calcolati appositamente per la redazione di questa serie di articoli) sappiamo che il rapporto di compressione è passato da 11,1:1 del propulsore L537 a 11,8:1 del propulsore L539. Questo conferma una variazione del disegno delle camere di combustione e, probabilmente, anche dei pistoni.
Ottimizzazione delle valvole. Sfruttando un maggiore alesaggio e modificando opportunamente la geometria della camera di combustione si è potuto incrementare il diametro delle valvole di aspirazione e scarico. Le valvole di aspirazione sono passate dai 35,60 mm ai 38,00 mm (valore stimato come massimo), mentre le valvole di scarico sono passate dai 30,40 mm ai 32,45 mm (valore stimato come massimo). Naturalmente le prove al banco di flussaggio hanno l’ultima parola anche su formule matematiche e stime. Ciò significa che, nonostante una formula di motorismo possa indicare una direzione, l’ultima parola spetta sempre alla sperimentazione al banco.
Ottimizzazione dei condotti (lunghezza, sezioni, accordatura). Una regola vecchia come il motorismo vuole per le vetture da corsa condotti di aspirazione stretti e valvole ampie, a patto però di non raggiungere condizioni di sonicità troppo anticipatamente in una delle sezioni dei condotti di aspirazione. Inoltre in un condotto stretto sono maggiori gli attriti che impediscono di ottenere un buon riempimento del cilindro. Per quanto concerne la lunghezza dei condotti di aspirazione il progettista ha i mezzi per calcolarne la lunghezza ottimale che garantisce le migliori condizioni d’onda e quindi la miglior “respirazione” del motore. Personalmente ho calcolato una lunghezza totale del condotto primario più il runner, del motore L537, pari a 389 mm. Per il motore L539 ho stimato invece una lunghezza, della medesima quota, pari a 360 mm. In realtà vi sono tre differenti lunghezze (proporzionali) adottabili al fine di garantire le medesime condizioni d’onda nel condotto di aspirazione. La scelta tra queste tre lunghezze può esser fatta ad esempio in base allo spazio disponibile nel vano motore e vincolata quindi dall’estetica del mezzo. Nell’immagine in basso è possibile osservare una conferma di quanto ipotizzato, effettivamente i runners del motore L537 hanno un andamento più curvilineo ed il fluido deve percorrere un tratto più lungo rispetto a quello dei runners del motore L539. La sezione minima del singolo condotto di aspirazione passa da 1765,604 mm^2 del motore L537 a 1823,249 mm^2 del motore L539 (stimato), la sezione massima della singola trombetta passa invece da 3389,958 mm^2 a 3500,638 mm^2 (stimato). Incrementi che possiamo considerare ragionevolmente modesti. Il valore che invece esprime la capacità respiratoria del motore è l’area efficace media la quale, nel motore L539, è cresciuta del 13%. Per questioni di riservatezza non è possibile pubblicare il dato numerico anche se nulla vieta di smontare il motore della supercar di un cliente per eseguire rilievi e prove come più volte è capitato alle riviste specializzate e a chi scrive.
Ottimizzazione delle leggi di alzata delle valvole. Aumentare l’alzata, oltre a stressare maggiormente le molle delle valvole, oltre a portare a possibili perdite di contatto tra la camma e la punteria con conseguenti dannosi urti pericolosissimi per l’affidabilità ed oltre a generare aperture e chiusure troppo repentine delle valvole con violenti urti delle stesse contro le rispettive sedi, non sempre offre quel miglioramento fluidodinamico che ci si potrebbe aspettere. D’altronde, per mantenere entro certi limiti le accelerazioni subite da valvole e punterie, si può effettuare un ampliamento della fasatura (1 mm circa di alzata in più porta ad un ampliamento della fasatura di circa 11°). Questo significa che la valvola in questione rimane aperta di più dato che, per mantenere l’accelerazione uguale al precedente valore ed allo stesso tempo aumentare il percorso, si devono ovviamente allungare i tempi. In realtà, per favorire il raggiungimento dei 700 cavalli del motore L539, ho calcolato un aumento dell’alzata delle valvole di aspirazione e di scarico di soli 0,8 mm (dato stimato la cui utilità, in progettazione, va verificata al banco prova flussaggio e tramite software CFD: “Computational Fluid Dynamics”). L’incremento dell’area di cortina (che volgarmente potremmo definire come l’area di passaggio del fluido dalla singola valvola in camera di combustione), a patto che non vi siano interferenze quali contatti valvola-valvola o valvola-pistone, è stimato intorno al 13% circa. Nonostante ciò sono le simulazioni e le prove al banco che forniscono le informazioni circa la reale convenienza dell’intervento.
Ottimizzazione della fasatura della distribuzione. Se si desidera aumentare l’alzata delle valvole senza però imprimere forti accelerazioni soprattutto durante la loro chiusura, è necessario ampliare la fasatura. L’ideale sarebbe prolungare prevalentemente le rampe di chiusura. Per questa serie di articoli si è stimata, per il motore L537, la seguente fasatura 51-71-76-33 (nel momento di massimo incrocio) con il punto di massima alzata in prossimità dei 100° di angolo motore ed un incrocio di 84°. Tornando quindi alla considerazione sull’incremento dell’alzata delle valvole si può stimare, per il motore L539, una durata, sia della fase di aspirazione che di scarico, incrementata di 11°.
Potenza massima. L’incremento ponderato del diametro delle valvole e dell’alzata, nonché l’aumento delle dimensioni dei condotti con relativa diminuzione della velocità dei gas, implica un miglioramento del rendimento volumetrico agli alti regimi. La curva della potenza sale ma presenta necessariamente dei buchi ai bassi e medi regimi. Giocando però con i sistemi VIS e VVT, adottando un cambio con rapporti più corti ma una marcia in più (il motore L539 è abbinato ad un cambio a 7 rapporti) e rendendo il veicolo quanto più leggero, è possibile sopperire all’inconveniente e fornire al guidatore sensazioni di guida brillanti.
Coppia massima. L’aumento delle prestazioni agli alti regimi dovrebbe procurare un buco di coppia ai medi regimi dovuto a normalissimi vuoti nel riempimento, tuttavia, nel caso del motore L539, la coppia aumenta di 3 kgm ed arriva circa 500 giri/min prima. Sebbene questo non sia un grande valore, è opportuno tener conto di quanto sia già molto importante il fatto di non essere andati in perdita. Variando gli anticipi di accensione è possibile ottenere moderate variazioni di coppia da non trascurare. Tale soluzione però può incappare in fenomeni di detonazione ragione per cui, il motore L539, è dotato di controllo ionico della carica ottenuto mediante apposite candele. Tradotto può voler dire che qualunque motore in realtà eroga la sua potenza massima, esprimendo la sua migliore coppia, solo in determinate condizioni atmosferiche e di utilizzo. Inoltre, giocando opportunamente con i sistemi VIS e VVT è stato possibile adeguare la respirazione del motore in un range poco favorevole. Come già è stato anticipato, anche il cambio a 7 rapporti del motore L539 favorisce l’accelerazione del veicolo ed il guidatore può così avere la sensazione di un maggior divario di coppia tra la Murcielago LP640 e la Aventador LP700-4.
Iniezione indiretta. Secondo gli Ingegneri Lamborghini l’adozione dell’iniezione diretta sul motore L539 avrebbe offerto vantaggi che però hanno un peso minore rispetto alle maggiori emissioni di particolato e NOx che ne sarebbero conseguite. Valori di emissione che non avrebbero consentito di rispettare la normativa Euro6. Probabilmente l’adozione di catalizzatori più grandi avrebbe potuto permettere di raggiungere lo scopo pagando però un prezzo troppo caro non solo in termini di progettazione della testata ma anche in termini di peso e quindi di minore capacità di accelerazione del veicolo.